Berneschi: la mia, una vita da francescano
Interrogato dai pm, l'ex dominus di Carige respinge le accuse: i soldi rientrati dalla Svizzera sarebbero frutto di un'eredità. Intanto emergono nuovi elementi a carico degli indagati

09/06/2014
Denaro frutto di un'eredità. Secondo Giovanni Berneschi (nella foto), ex numero uno di Carige, i soldi portati in Svizzera e rientrati in Italia grazie allo scudo fiscale non sarebbero provenienti da una truffa ai danni di Carige Vita Nuova, ma il risultato di buoni investimenti. Venerdì scorso, durante l'interrogatorio davanti ai pm Nicola Piacente e Silvio Franz, Berneschi ha parlato per sei ore, spiegando la propria versione dei fatti: quei soldi sarebbero il frutto dei risparmi di un'intera vita, vissuta, per altro, da francescano, come un qualsiasi impiegato". La linea difensiva dell'ex dominus di Carige è chiara: nessuna truffa ai danni della Carige e nessun riciclaggio. I soldi fatti rientrare in Italia sarebbero stati portati oltre confine nel 1993, prima dunque delle operazioni contestate: non plusvalenze illecite, ma interessi maturati.
Un miliardo (di lire) di eredità
"Ho ereditato un miliardo di lire da mia mamma", ha sostenuto Berneschi davanti agli inquirenti ammettendo, comunque, di avere acquistato, insieme all'ex capo del comparto assicurativo di Carige Fernando Menconi, l'hotel Holiday Inn a Lugano, valore stimato di 15 milioni di euro, attraverso una serie di prestanome. "Me lo consigliò Sandro Calloni" (faccendiere arrestato nell'ambito della stessa inchiesta). "Adesso ho aperto il capitolo uno e due - avrebbe riferito Berneschi - ma appena aprirà il terzo allora sì che ci divertiamo". L'interrogatorio tuttavia è stato sospeso, e proseguirà domani. Oggi è invece previsto l'interrogatorio di Davide Enderlin, l'avvocato svizzero anche lui in cella. Il legale era stato l'unico a parlare nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip Adriana Petri. "Ho fatto solo cose regolari - aveva detto - ho ricevuto un finanziamento registrato sia in Italia sia in Svizzera e ho eseguito quello che mi è stato chiesto. Non sapevo nulla della provenienza del denaro", aveva aggiunto negando di avere riciclato denaro e affermando di avere solo agito da intermediario per l'acquisto dell'hotel Holiday Inn a Lugano. Secondo i magistrati genovesi, invece, l'organizzazione faceva acquistare da Carige Vita Nuova, società e complessi immobiliari anche in Svizzera sovrastimati per ricavarne un profitto. I patrimoni venivano riciclati attraverso lo schermo di società finanziarie italiane e straniere e trasferiti in territorio elvetico. I fatti sarebbero avvenuti tra il 2006 e il 2009. Ma tutti negano, al momento che siano state operazioni truffaldine.
Nuovi documenti dimostrano le operazioni illecite
Intanto continuano i sequestri ai sette arrestati. Nei giorni scorsi, la Guardia di finanza ha congelato 10 mila euro al commercialista genovese Andrea Vallebuona, custoditi in una cassetta di sicurezza all'interno di una filiale di Banca Carige. Stamattina, invece, i magistrati Piacente e Franz hanno prodotto, durante l'udienza del riesame per tre degli arrestati nell'operazione, alcuni manoscritti tra appunti, schemi societari e trasferimenti di quote che dimostrerebbero l'illiceità dell'operazione di acquisizione dell'Holiday Inn di Lugano. I documenti sono stati acquisiti durante le perquisizioni a Giovanni Berneschi, Ernesto Cavallini, Francesca Amisano, Ferdinando Menconi e Andrea Vallebuona. Negli appunti, tra l'altro, gli arrestati si chiamano con alcuni soprannomi come Il magro per indicare Berneschi, Fazzoletto per Cavallini, la Spagnola per la moglie di Calloni, la Fiamminga per la consorte di Menconi e la Tunisina per la moglie di Berneschi. Nei documenti sequestrati, ci sarebbero in particolare appunti relativi alla cessione della quote della Admiral, la società che controlla l'hotel svizzero, che Berneschi e Menconi erano prossimi a cedere attraverso la falsa compravendita di una villa a Lanzarote. L'operazione, che sarebbe fallita volontariamente, avrebbe fruttato ai venditori delle penali per un milione di euro, pari all'acconto che sarebbe stato versato per una acquisizione diretta delle quote della Admiral. Secondo la documentazione sequestrata, la falsa acquisizione della villa di Lanzarote sarebbe costata 40 mila euro alla Admiral, una cifra che secondo l'accusa sarebbe la prova del riciclaggio.
Fondazione Carige, obiettivo cessione
Oltre che per il prosieguo dell'interrogatorio di Berneschi, la giornata di domani sarà cruciale per il futuro di Carige: la Fondazione, che ha ancora il 29,8% della banca, dovrà chiudere la cessione di circa il 10% della propria quota. Un passaggio che, assieme alla cessione delle due compagnie assicurative, è fondamentale per il riassetto del gruppo, in vista dell'aumento di capitale da 800 milioni di euro indispensabile per rimettere in sesto l'istituto.
Un miliardo (di lire) di eredità
"Ho ereditato un miliardo di lire da mia mamma", ha sostenuto Berneschi davanti agli inquirenti ammettendo, comunque, di avere acquistato, insieme all'ex capo del comparto assicurativo di Carige Fernando Menconi, l'hotel Holiday Inn a Lugano, valore stimato di 15 milioni di euro, attraverso una serie di prestanome. "Me lo consigliò Sandro Calloni" (faccendiere arrestato nell'ambito della stessa inchiesta). "Adesso ho aperto il capitolo uno e due - avrebbe riferito Berneschi - ma appena aprirà il terzo allora sì che ci divertiamo". L'interrogatorio tuttavia è stato sospeso, e proseguirà domani. Oggi è invece previsto l'interrogatorio di Davide Enderlin, l'avvocato svizzero anche lui in cella. Il legale era stato l'unico a parlare nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip Adriana Petri. "Ho fatto solo cose regolari - aveva detto - ho ricevuto un finanziamento registrato sia in Italia sia in Svizzera e ho eseguito quello che mi è stato chiesto. Non sapevo nulla della provenienza del denaro", aveva aggiunto negando di avere riciclato denaro e affermando di avere solo agito da intermediario per l'acquisto dell'hotel Holiday Inn a Lugano. Secondo i magistrati genovesi, invece, l'organizzazione faceva acquistare da Carige Vita Nuova, società e complessi immobiliari anche in Svizzera sovrastimati per ricavarne un profitto. I patrimoni venivano riciclati attraverso lo schermo di società finanziarie italiane e straniere e trasferiti in territorio elvetico. I fatti sarebbero avvenuti tra il 2006 e il 2009. Ma tutti negano, al momento che siano state operazioni truffaldine.
Nuovi documenti dimostrano le operazioni illecite
Intanto continuano i sequestri ai sette arrestati. Nei giorni scorsi, la Guardia di finanza ha congelato 10 mila euro al commercialista genovese Andrea Vallebuona, custoditi in una cassetta di sicurezza all'interno di una filiale di Banca Carige. Stamattina, invece, i magistrati Piacente e Franz hanno prodotto, durante l'udienza del riesame per tre degli arrestati nell'operazione, alcuni manoscritti tra appunti, schemi societari e trasferimenti di quote che dimostrerebbero l'illiceità dell'operazione di acquisizione dell'Holiday Inn di Lugano. I documenti sono stati acquisiti durante le perquisizioni a Giovanni Berneschi, Ernesto Cavallini, Francesca Amisano, Ferdinando Menconi e Andrea Vallebuona. Negli appunti, tra l'altro, gli arrestati si chiamano con alcuni soprannomi come Il magro per indicare Berneschi, Fazzoletto per Cavallini, la Spagnola per la moglie di Calloni, la Fiamminga per la consorte di Menconi e la Tunisina per la moglie di Berneschi. Nei documenti sequestrati, ci sarebbero in particolare appunti relativi alla cessione della quote della Admiral, la società che controlla l'hotel svizzero, che Berneschi e Menconi erano prossimi a cedere attraverso la falsa compravendita di una villa a Lanzarote. L'operazione, che sarebbe fallita volontariamente, avrebbe fruttato ai venditori delle penali per un milione di euro, pari all'acconto che sarebbe stato versato per una acquisizione diretta delle quote della Admiral. Secondo la documentazione sequestrata, la falsa acquisizione della villa di Lanzarote sarebbe costata 40 mila euro alla Admiral, una cifra che secondo l'accusa sarebbe la prova del riciclaggio.
Fondazione Carige, obiettivo cessione
Oltre che per il prosieguo dell'interrogatorio di Berneschi, la giornata di domani sarà cruciale per il futuro di Carige: la Fondazione, che ha ancora il 29,8% della banca, dovrà chiudere la cessione di circa il 10% della propria quota. Un passaggio che, assieme alla cessione delle due compagnie assicurative, è fondamentale per il riassetto del gruppo, in vista dell'aumento di capitale da 800 milioni di euro indispensabile per rimettere in sesto l'istituto.
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