Insurance Trade

Catastrofi naturali, l'utilità dei modelli predittivi

Un report dei Lloyd's analizza il cambiamento climatico e gli effetti sulla gestione dei rischi assicurabili

Catastrofi naturali, l'utilità dei modelli predittivi
Solo pochi giorni fa, abbiamo assistito (e purtroppo molti l'hanno vissuta) all'ennesima inondazione che ha colpito il territorio italiano. In Puglia, a causa delle imponenti piogge, si sono verificate esondazioni, allagamenti che hanno causato vittime e feriti, oltre a ingenti perdite economiche. Non si tratta certo di una novità per il territorio italiano, sempre più esposto a catastrofi naturali, causate da molteplici fattori: dal cambiamento climatico all'azione, spesso devastante e scellerata, dell'uomo.
Dal punto di vista assicurativo il mercato dei Lloyd's è molto attivo nello studio dei fenomeni estremi e ha appena pubblicato un report, curato dall'Emerging risk team, dal titolo, Modellazione delle catastrofi e cambiamenti climatici". L'obiettivo dello studio è individuare le correlazioni tra i cambiamenti climatici e il crescente numero e gravità delle catastrofi naturali, oltre a valutare come e se i sistemi di modellazione di questi rischi potranno, in futuro, essere di utilità per prevedere e prevenire gli effetti dei disastri.

I costi degli eventi meteorologici estremi sono sempre maggiori (il 2011 è stato un anno record con perdite pari a 127 miliardi di euro) e la precisione dei risultati dell'attività di modellazione è un interesse primario per gli assicuratori.

Il problema principale è il riscaldamento globale. Le cause sono da ricercare nell'innalzamento delle concentrazioni di gas serra nell'atmosfera, dovuto prevalentemente all'attività dell'uomo, che provoca un aumento dell'effetto serra naturale del pianeta e un maggiore riscaldamento della superficie terrestre. L'energia in più catturata viene immagazzinata in gran parte negli oceani. Questo effetto modifica il sistema climatico fisico. Il ciclo idrologico è stato sconvolto, si legge nel report, con conseguente alterazione delle precipitazioni, modifica della circolazione atmosferica, riduzione dei ghiacci globali, della copertura nevosa e dilatazione termica degli oceani, con innalzamento del livello del mare. Queste tendenze rappresentano una sfida per gli assicuratori, i quali si trovano ad analizzare sia l'impatto economico del cambiamento climatico sia l'adeguatezza degli strumenti utilizzati per misurare e applicare i tassi.

Il lato positivo è che il consenso della comunità scientifica riguardo al cambiamento del clima globale continua a rafforzarsi. Tuttavia, è estremamente difficile determinare l'impatto attuale sui livelli di rischio. "Quando si interpretano le prove storiche e le previsioni per i prossimi decenni - si legge nel report - è utile considerare qualsiasi cambiamento come una combinazione di variabilità naturale e di una tendenza di fondo causata dalle emissioni antropogeniche". Le previsioni mostrano che nei prossimi decenni la tendenza di fondo emergerà più nettamente: "se si necessita di orizzonti temporali più lunghi, sarà necessario fare maggiore affidamento sulle previsioni dei modelli climatici". La riduzione dei gas serra rimane, infine, un requisito "urgente ed essenziale per limitare i rischi e l'inevitabile costo per la loro gestione".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Articoli correlati

I più visti