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Liquidità insufficiente per le imprese dell’Est Europa

Dal sondaggio di maggio di Atradius emerge un rischio di credito commerciale elevato. I clienti pagano fatture in ritardo per mancanza di denaro

Liquidità insufficiente per le imprese dell’Est Europa
Un rischio di credito commerciale elevato nell’Est Europa per problemi di liquidità. Per tre imprese su cinque nella regione, i clienti pagano le fatture in ritardo per liquidità insufficiente. Un contesto economico che inciderà sul già difficile 2015. Nel complesso, si prevede una contrazione della crescita della regione dello 0,3%, principalmente a causa delle vicende relative a Russia e Ucraina, e della perdurante debolezza della crescita nella zona euro. Uno scenario che potrebbe creare pressioni a lungo termine sul comportamento di pagamento delle imprese in Est Europa, mantenendo elevato il rischio di ritardi di pagamento e di mancati pagamenti delle fatture commerciali nel corso del 2015. 

E’ quanto trapela dall’edizione di maggio 2015 del Barometro Atradius sui comportamenti di pagamento – Risultati per l’Est Europa in cui sono riportati i risultati del sondaggio condotto su un campione di oltre mille aziende, che vendono a credito sul mercato domestico ed all’estero, ed operanti in Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Slovacchia e Turchia. Dallo studio emerge che quasi il 60% degli intervistati in Est Europa lamenta ritardi di pagamento delle fatture commerciali da parte dei clienti sul mercato domestico principalmente a causa di problemi di liquidità dei clienti. Mentre in Europa occidentale, questo fattore viene citato da una percentuale minore d’intervistati, il 51,4%. Le imprese intervistate in Ungheria (78,6%) lamentano più frequentemente ritardi di pagamento su fatture commerciali. In media, in Est Europa, il 41,2% del valore totale delle fatture commerciali emesse verso clienti  nazionali non viene pagato alla scadenza. Un dato lievemente superiore alla media del 40,2% per l’Europa occidentale. Nel dettaglio, il 7,2% di questo valore risulta ancora inevaso ad oltre 90 giorni dalla scadenza, con il rischio elevato di trasformarsi in mancato incasso, mentre l’1,2% viene stornato dopo svariati tentativi di recupero. 

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